La dote della sposa nel Salento meridionale
di Anna Maria De Giorgi Secondo Dacia Maraini, che ha vissuto in pieno la stagione femminista, non vi è differenza tra uomo e donna; nel corso...
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di Associazione Archès Le ricerche degli archeologi australiani Le diverse fasi di occupazione del pianoro della Chiusa, presso la Masseria Fano (Comune di Salve), sono state ricostruite...
di Marco Cavalera La maggior parte delle guide turistiche del Salento, quelle che puntualmente - all’inizio di ogni stagione estiva - fanno la loro comparsa sugli...
Il 16 ottobre 1911 fu inaugurata, con una solenne cerimonia, la stazione di Gagliano del Capo, da dove partì, esattamente alle ore 05:07 del mattino,...
Di Nicola Febbraro, Marco Cavalera Un importante rinvenimento avvenne nel 1924, in un altro fondo, posto però a destra della strada (S.P. che da Salve conduce...
Adagiata ai piedi di un rilievo di serra, la cappella di San Lasi (San Biagio) è ubicata a circa 2 km da Morciano e da...
di Melissa Calo' Ci sono luoghi che ti accolgono con una carezza, con la gentilezza morbida dei petali dei mandorli. Ci sono luoghi che sembra tu...
Di Marco Cavalera Le “Sorgenti” di Torre Vado rappresentano per gli abitanti di Morciano di Leuca un “luogo della memoria”. Si tratta di uno specchio di...
di Marco Cavalera Adagiata ai piedi di una serra salentina, Torre Vado è una delle mete predilette del turismo balneare del Capo di Leuca. La località prende...
di Marco Cavalera
Rina Durante, in occasione della sua prima visita a Casa Comi, rimase incantata dall’atmosfera che si respirava a Lucugnano nella prima metà del Novecento: Tra le pagghiare e le pietraie, si sentiva solo il frinire delle cicale, poi neppure più questo, come se il mondo cominciasse da quel punto a finire. Si entrava in un altro paesaggio in cui i segni umani ed economici scomparivano del tutto e la natura era un vuoto minerale, aspro e desolato […]. Gli interni erano ancora più rispondenti al paesaggio, di una semplicità disadorna: mobili di legno nudo, di stile francescano, cui la diuturna cura di generazioni di servi aveva conferito un’opaca lucentezza; volte a stella, grandi arazzi di fiocco leccese alle pareti e quadri rinascimentali, còtime di terracotta ovunque con la raffigurazione dell’ulivo, simbolo della casa editrice; pavimenti in mosaico che richiamavano quello di Otranto. Ogni cosa concorreva a un effetto di rustica raffinatezza e andava a sigillare per incanto il paesaggio che avevamo attraversato[1].
Palazzo Comi si affaccia sulla piazza principale del paese, oggi intitolata allo stesso poeta, che pare immortalata in una fotografia di inizio secolo scorso, se non ci fossero le automobili al posto delle carrozze e dei traini.
Palazzo Comi. Esterno
(foto di Fernando Manni)